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sabato 23 giugno 2018

Ravioli pollo e tofu // Il raviolo è mio e lo gestisco io




Ho ideato questa ricetta un giorno in cui mi era presa una gran voglia di gyoza ma non avevo il necessario in casa.
Tutto quello che avevo erano -per questo tipo di ricetta, sia chiaro!- due fettine di petto di pollo e un pezzetto di tofu. In altre circostanze mi sarei fatta del pollo teriyaki e il tofu avrebbe accompagnato, giusto per rinfrescarmi il palato. 

Ma avevo proprio voglia di ravioli.

Spinta dal desiderio e curiosa di vedere se l'idea che mi stava balenando avrebbe funzionato, ho deciso di provare. Male che vada, mi son detta, le prove dell'obbrobrio sarebbero rimaste nella mia cucina e nessuno lo avrebbe mai saputo!

Invece, se avesse funzionato, avrei avuto una ricetta da proporre ad alcune delle ragazze che hanno partecipato al mio corso di cucina giapponese o, visto che questa ricetta è approdata sul blog, anche ai miei lettori desiderosi di qualcosa di più leggero e amico della linea.



Questa è un po' lunghetta, quindi mi conviene saltare ulteriori convenevoli:
Per il ripieno:
  • 230gr circa di petto di pollo privato di tendini e nervetti
  • 120gr circa di silken tofu fresco scolato
  • 1/2 spicchio d'aglio grattugiato (FACOLTATIVO: potete tranquillamente ometterlo)
  • 1/4 di cucchiaino -un pizzico- di bicarbonato*
  • 1 cucchiaio di amido di mais
  • 1 cucchiaino di zucchero scuro (tipo muscovado o grezzo: omettetelo pure, ma io ve lo consiglio)
  • 2 cucchiai di salsa di soia (sì, potete utilizzare quella con meno sodio...)
  • 2 cucchiai di acqua
  • 1 cucchiaio di olio e.v.o. (poco giappo ma funza: omettetelo pure, ma sappiate che il grasso veicola i sapori...e se velo dico io che di sapori ne ho veicolati...)
  • 1-2cm di radice di zenzero fresco grattugiato
  • un mazzetto di erba cipollina o la parte verde di un cipollotto fresco
  • pisellini freschi o decongelati per guarnire

(*il bicarbonato aiuta a "rompere" le proteine della carne, rendendola più morbida. È un trucco che potete usare anche nelle marinate per rendere la carne tenera e succosa. Ma limiterei la cosa alle preparazioni filo-orientali: non fatelo con la costata di manzo, per favore!)

Mettete il pollo in un mixer -con le lame- insieme al bicarbonato.
Frullate con la funzione "pulse" finché il pollo non sarà ridotto ad una poltiglia grossolana (scusate la terminologia poco fine...ma questa è la consistenza di cui abbiamo bisogno!).

A questo punto aggiungete i restanti ingredienti, tranne l'erba cipollina e l'acqua.

Frullate fino ad ottenere un composto omogeneo.
Con il motore in funzione, aggiungete l'acqua: farà in modo che il ripieno non si asciughi in cottura.

Trasferite il composto in una ciotola e aggiungente l'erba cipollina tritata finemente. 
Mescolate per incorporarla bene, coprite e lasciate riposare in frigorifero mentre realizzate la pasta. 





Per la pasta dei ravioli:
  • 100gr di farina 00 (o 70gr 00 + 20gr di Mochiko)
  • 1/2 cucchiaino di polvere di barbabietola*
  • 75ml di acqua bollente


(*La realizzo facendo asciugare nell'essiccatore delle fettine di barbabietole che poi frullo in un macina-spezie. Ma non è necessaria dal punto di vista organolettico e può essere sostituita da della curcuma o da della clorofilla di prezzemolo. Se però vi piace l'idea di un involucro rosa, potete far scivolare qualche fettina di tubero nell'acqua che porterete a bollore per realizzare l'impasto.) 

Mettete la farina (o le farine) in una ciotola e versatevi l'acqua bollente; non abbiate fretta di versarla tutta in un colpo, versatene poca alla volta mescolando con una spatola e osservate come si comporta il vostro impasto: dovrete ottenere un composto slegato ma umido al tatto.

Trasferite sul piano di lavoro e lavorate fino ad ottenere una palla di impasto liscia e non appiccicosa.

Chiudetela dentro ad un sacchetto di plastica per alimenti e lasciatela riposare almeno una mezz'ora.

Il metodo che utilizzo per tirare la pasta dei ravioli cinesi l'ho mostrato in modo piuttosto esauriente qui, ma se vi è più congeniale tirare delle sfoglie con la Nonna Papera e poi utilizzare un coppa-pasta, non sarò certo io ad impedirvelo!

Anche perché, la cosa divertente di questi ravioli sono le piegature che vedete illustrate nell'immagine qui sopra.



Li ho visti per la prima volta sul profilo instagram di un ristorante giapponese di Milano e me ne sono innamorata, desiderosa di riprodurli (oltre che di assaggiarli!).

Credo siano una versione più leziosa degli siu mai (dei quali potete usare il ripieno se questo non vi entusiasma) a cui ero abituata da bambina, in cui la pasta viene semplicemente pizzicata attorno al ripieno.

In questo caso invece viene più "stretto ai fianchi" dalla pasta, che si chiude su due lati, creando una aggraziata forma quasi floreale (e anche vagamente erotica, adesso che li guardo meglio...).

Sono sicura che potrete ottenere delle forme più regolari delle mie, creando un effetto finale più uniforme (aiuta tanto pareggiare i bordi con un coppa-pasta...ma io sono pigra), ma a me piacciono tutti un po' scarmigliati e trovo che non sfigurerebbero affatto su un manifesto femminista vecchio stampo, per promuovere la diversità della bellezza femminile.




Il segreto di queste piegature sta nell'invitare delicatamente la pasta all'interno del ripieno (2) e unire le due estremità che si verranno a creare (3), ma solo nella paste più esterna, in modo da realizzare una fessura tra i due lembi di pasta (4). 

Terminate facendo affondare un pisellino al centro del ripieno (come decorazione, s'intende).

Una volta pronti (vi consiglio di posarli man mano su un vassoio rivestito con un telo pulito: qualsiasi altro materiale resterà inesorabilmente attaccato al fondo dei vostri ravioli) disponeteli in una vaporiera foderata con un dischetto di carta forno forato (potete realizzarlo voi facendo dei piccoli tagli regolari con una forbice) unto con poco olio di sesamo e cuocete per una decina di minuti sopra una pentola d'acqua già portata a bollore pieno.

Oppure potete decidere di cuocerli in padella (come i gyoza) soprattutto se decidete di servirli come aperitivo informale con birra gelata alla mano.


In entrambi i casi però vi suggerisco una salsina d'accompagnamento.

Trovo che l'unico modo di compensare la sfiziosa sapidità umami della carne di maiale, è aggiungere un po' di pepe, in questo caso specifico di peperoncino.

Per una ciotolina di salsa (facilmente moltiplicabile a livello esponenziale):

  • 1 cucchiaio di salsa di soia
  • 1 cucchiaio di acqua
  • 1/2 peperoncino piccante tritato finemente
  • qualche filo di erba cipollina tritata
  • 1 cucchiaino di aceto di riso (o 1/2 di aceto di mele)
  • una presa abbondate di sesamo tostato
  • qualche goccia di olio di sesamo tostato (facoltativo)

 

Mescolate tutti gli ingredienti e servite come accompagnamento a questi (o altri) ravioli.
Se non vi piace il peperoncino omettetelo pure, così come il sesamo e la cipollina, la cosa fondamentale sono la soia e la punta dolce-agro dell'aceto.

Ammetto che non mi sono affatto dispiaciuti, anzi, se ve li sto proponendo è proprio perché li ho trovati effettivamente molto buoni.

Chi è diffidente riguardo al tofu non deve aver timore: non ne avvertirete la presenza, ma donerà setosità senza esagerare con i grassi. 
Inoltre, il pizzico di bicarbonato aggiunto nel ripieno lo farà "lievitare" leggermente, garantendo una struttura leggermente areata che scongiurerà l'effetto "malloppa" che a volte può presentarsi nei ripieni con preparazione a crudo.  

E questo è quanto.
Adesso però perdonatemi: vado a scongelarmi quattro gyoza, che mi è rimasta la voglia.

venerdì 9 giugno 2017

Cosa mangia una foodblogger #2 // Mix and match



In senso orario: avocado con tabasco, salmone saltato in padella con rucola, insalata coreana di cetriolo, riso integrale bollito, tsukemono di daikon e carota.

Ve lo avevo promesso, ed eccolo qui.
Un altro post della seria "cosa mangia una foodblogger" che poi sarei io, dicono.

Questi pochi scatti, fatti più per illustrarvi l'argomento trattato che per farmi figa (come una vera food blogger dovrebbe fare), sono un estratto di quello che cerco di mangiare la maggior parte delle volte a pranzo in settimana.
Per lo meno quando me lo concede la mia scarsa organizzazione...

Ho voluto riprendere il concetto espresso nel post a tema precedente, rendendolo però, a mio parere, più estivo e completo dal punto di vista nutrizionale.
Ma il succo è sempre quello: cosa langue nel vostro frigo?

Dato che c'ero però, ho voluto ampliare anche quest'idea: invece che fermarmi al salvataggio improvvisato di ortaggi tristi, vorrei portare la cosa al livello successivo, comprendendo anche il salvataggio di "avanzi", che un po' tutti abbiamo, organizzando la cosa come si deve, preparando scialuppe, salvagenti e braccioli, pronti per ogni evenienza!

Per quanto possa sembrare complicato, non ci vuole davvero poi molto. Certo, non nego che il mio frigo racchiuda mille tesori, soprattutto dopo qualche cena tra amici o se ho da poco fatto un corso o scattato delle foto per un post: sono i rischi del mestiere.

Ma la maggior parte delle cose che vedete sono effettivamente cose che amo mangiare e che preparo regolarmente. Anche voi avrete le vostre, no?

In senso orario: primosale di capra con olio al tricolore, zucchine saltate, riso rosso bollito, avocado con fiori di erba cipollina, tsukemono di daikon al rosso di barbabietola.

Per me è facile avere a disposizione, per esempio, del kimchi di cetriolo, perchè lo adoro e lo preparo spesso.
Ma voi potreste odiare i cetrioli, o non averli in casa, o magari la vostra religione è contro l'uso di cetrioli se non per fini ludici...chi sono io per giudicare! L'importante è che non vi areniate nella preparazione: potete tranquillamente sostituirlo con la verdura che preferite -che quindi avrete quasi sicuramente a vostra disposizione- e saltarla velocemente in padella, o magari con un'insalata, o delle verdure arrostite avanzate dalla cena della sera prima.

"Siate padroni del vostro piattino!"
(...il girone dei cretini mi attende, lo so. Lo so.)

Ma prepariamo l'inventario, punto per punto:

*Il riso -tranquillamente sostituibile con altri cereali a chicco come il farro o l'orzo, dei noodles, cous cous o pane integrale-: lo cuocio in abbondanza ad inizio settimana, o quando ho più tempo, e poi lo utilizzo riscaldandolo velocemente di volta in volta, ma si può consumare anche freddo. Se anche voi amate i risi integrali è una cosa che vi consiglio vivamente, vi farà risparmiare un sacco di tempo nei giorni successivi.
Una tazza di riso per 2-3 di acqua, cuocete fino al completo assorbimento del liquido e siete a cavallo.

*Gli tsukemono: non obbligatori, ovviamente, ma io li ho sempre in frigo, e di diverse tipologie, tanto che mi diverte abbinarli ai colori e alle consistenze dei piatti. Inoltre trovo che con il riso siano la morte loro e sembrano quasi sempre tirare insieme l'intero piatto. Provateli, anche solo per il gusto di avere un vasetto di liquido fucsia in frigorifero.


In senso orario: Zucchine e cipolle saltate, riso rosso bollito, mozzarella di bufala "stracciata" con olio al tricolore, avocado con tabasco, tsukemono di cipolla di Tropea.

*L'avocado: sostituibile con cremine di vario genere, dall'hummus allo yogurt, regala all'insieme una cremosità decadente che personalmente trovo irresistibile, per questo ne ho sempre un paio in casa, pronti per qualsiasi evenienza.
Li condisco con tanto lime -o limone- e sale, inondandoli di tabasco o sriracha.
Ricchi di grassi buoni, come le noci e l'olio e.v.o., sono veri e propri toccasana per la pelle ed il sistema nervoso. E ha anche altre antamila qualità con le quali non vi ammorbo, anche perchè fondamentalmente io me lo pappo perchè è delizioso.

*Le proteine: di solito recupero gli avanzi della cena, o nel caso del salmone i ritagli di altre lavorazioni, o qualche formaggio fresco  ma, perchè no, anche del tofu saltato in padella, legumi, un uovo sodo o in camicia, qualche gamberetto -il mio tenero pescivendolo me ne regala quasi sempre una manciata, che pulisco e congelo in sacchettini, pronti per questi momenti- sbollentato e condito con poca soia, miele, aglio fresco e zenzero, (condimento che va benissimo anche per il tofu...).
E chi più ne ha più ne metta!

*Verdure: di solito, a meno che non abbia delle verdure grigliate, dei pomodorini confit o il suddetto kimchi -non lanciatemi improperi- o simili già a disposizione, preferisco farle al momento. Un po' perchè le preferisco fresche, un po' perchè, se tutto il resto è già pronto, mi prende giusto quei 5 minuti che mi servono per staccare un attimo il cervello da quel che sto facendo e mi mette in modalità "pausa pranzo".
E poi, lo ammetto: se non mi rilassasse almeno un po' spadellare due zucchine per mettermi a tavola, che foodblogger sarei?


In senso orario: petto di pollo freddo con yogurt ed erba cipollina, melanzane al forno, soba noodles con cipollotto e salsa satay, avocado con sriracha e tzukemono di cetriolini baby.

Che altro dire? Il resto è facile: allestitevi il vostro piattino, o la vostra schiscetta per l'ufficio, rendetelo instagram friendly -signore perdonami-, taggatemi forte forte e mangiate.

Buonappe!

-Si, non sono così cattiva, vi ho messo un paio di ricettine: alcune le ho linkate qua e là perchè sono già sul blog.
Poi non dite che non vi voglio bene!-

*Olio al tricolore: in un piccolo vasetto, mescolate la parte verde di un cipollotto tritata, mezzo peperoncino tritato e la scorza grattugiata di mezzo limone. Aggiungete il succo di mezzo limone, una presa di sale e pepe e mescolate velocemente. Aggiungete olio sufficiente a coprire gli ingriedienti e agitate il vasetto per creare un'emulsione.
Usate su formaggi freschi o pesce al vapore.
Si conserva 3-4 giorni al massimo, in frigorifero. 

*Salsa satay -a modo mio-: Mettete nel bicchiere del frullatore ad immersione (o in un piccolo mixer) due cucchiai abbondanti di burro di arachidi, una manciata di anacardi tostati, uno spicchio d'aglio, uno o due cucchiai di salsa di soia, un cucchiaino di zucchero scuro (a vostro gusto) e coprite gli ingredienti con mezzo mestolo di acqua o brodo bollente. Lasciate riposare qualche minuto poi frullare fino ad ottenere una consistenza cremosa, tipo yogurt compatto. Aggiungete il succo di mezzo lime e assaggiate: bilanciate sapido, dolce e agro.
Se vi piace aggiungete -senza frullare- del coriandolo e del peperoncino tritato.
Ottima per accompagnare pollo lesso o alla piastra, spaziale con le melenzane al forno o come condimento per un'insalata di noodles di soia fredda, o anche solo come crema di accompagnamento a delle verdure crude.
Senza aggiunta di coriandolo e peperoncino (che potrete aggiungere di volta in volta) si conserva anche una settimana in frigo, in un barattolo ben chiuso.


venerdì 9 settembre 2016

Un pranzo all'orientale//qualcosa di thailandese


Ed eccoci arrivati all'ultimo post di questa sciarada orientale.
In realtà ve ne farò sorbire un altro più avanti sugli tsukemono dove vi insegnerò anche a fare lo zenzero sottaceto che mangiate al jappo con il sushi... ma per ora chiudo il cerchio con questa ricetta.

Potevo far finire questa lunghissima estate senza nemmeno un post sul basilico che in questa stagione trabocca dai vasi del giardino dei miei, tanto da non sapere quasi più come utilizzarlo?
Assolutamente no, quindi eccolo qui.
Per la verità ho barato: in questa ricetta ci vorrebbe il cugino thailandese del nostro italico compagno di spaghettate, ma, come si dice, si fa di necessità virtù.

Devo confessarvi che però medito segretamente di acquistare i semi di basilico thai -e di perilla...- da piantare per l'anno prossimo...


In ogni caso, con o senza basilico thai, ho un debole per questo piatto.

Quella thailandese è una cucina che non pratico molto, ma quando mi è capitata sotto il naso questa ricetta mi ha incuriosita per la massiccia presenza di un'erba aromatica come il basilico e non ho potuto fare a meno di provarla.

La sensazione che mi ha sempre dato questa cucina, è quella di una bellissima donna dagli occhi a mandorla, avvolta in stoffe, colori e profumi indiani. 
Sì, perché ha indubbiamente ha un'anima orientale, ma pare affondare le proprie radici nella cucina indiana per l'uso delle spezie, i curry e gli accostamenti di sapore.

Ed è questa ambiguità ad avermi convinta, nonché la palette di sapori comune alle sue sorelle -cinese e giapponese-, dove gli accostamenti di dolce-salato-agro permettono una stimolazione del palato a tutto tondo, rendendo questo modo di preparare il cibo estremamente popolare e addictive.


Ma veniamo alla ricetta, veramente easy che farcirò di possibili sostituzioni:

Per una porzione:
  • circa 130-150gr di maiale macinato o a pezzetti -non troppo magro- (o del pollo, preferibilmente le cosce)
  • 1 spicchio d'aglio tritato
  • 1 peperoncino grande tritato
  • un pizzico di 5 spezie (o un'ombra di cannella e una bacca di anice stellato)
  • le foglie di un mazzetto abbondante di basilico
  • 1 cucchiaio di salsa di pesce (o colatura di alici, o soia)
  • ½ cucchiaio di salsa di soia scura (o salsa di ostriche diluita in poca salsa di soia, o altra salsa di soia un un po' di zucchero o miele)
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • olio di semi per la cottura (il nostro evo si sentirebbe troppo)
  • un uovo (facoltativo)
  • un lime (facolativo)


Confesso, mi son presa molte libertà con questa ricetta: l'originale prevedeva QUATTRO spicchi d'aglio e CINQUE peperoncini thai -cattivi!- ma dato il contorno coreano già abbondantemente aglioso e birbantello ho preferito evitare.
Ma se volete lanciarvi, chi sono io per fermarvi?!

*Inoltre ho aggiunto un pizzico di 5 spezie -tipicamente cinese- per compensare il sapore del nostro basilico che in cottura si smorza un po' rispetto a quello thai e che, da ciò che ho letto qua e là, è anche più dolce e balsamico, quasi come una menta.

*La salsa di soia scura non è altro che una salsa di soia invecchiata, arricchita di melassa -o caramello- e amido che come potete immaginare è più dolce e densa di quella a cui siamo abituati,  e dona un gusto più intenso e strutturato ai piatti.

Per farne a meno -non si trova al super!- utilizzo la salsa di ostriche, ora abbastanza reperibile, che è altrettanto densa, complessa e dolciastra.
Come ulteriore alternativa aggiungete un altro ½ cucchiaino di zucchero o miele nella preparazione e, se vi preoccupa la consistenza finale del sughetto, anche un 1/2 cucchiaino di amido di mais.


Ma se fossi in voi non mi ossessionerei: la cosa fondamentale è che riusciate ad ottenere un equilibrio tra dolce-salato ottimale.
*Per la verità, e con questo spero di non venir schiacciata dal tallone di Ganesh per la sfacciataggine del mio pensiero, come bilanciamento di sapori potrebbe ricordare un più conosciuto e giapponese teriyaki, anche se la salsa di pesce e l'aglio donano una sfumatura decisamente più intensa.

In ogni caso, dopo tutte queste precisazioni, veniamo alla preparazione, estremamente semplice e veloce:

1.In una padella, scaldate l'olio con l'aglio e il peperoncino.
Fate soffriggere finchè l'aglio non risulta dorato e fragrante.

2. Aggiungete la carne e le 5 spezie -o la cannella e l'anice- e fate soffriggere a fuoco vivo.
Se usate la trita come me, non sgranatela troppo.

3.Una volta bella caramellata e colorita, aggiungete il condimento -le due salse e lo zucchero stemperati tra loro- e fate ridurre fino a “glassare” tutta la carne in padella.

4. Aggiungete le foglie di basilico -dev'essere tanto, da farvi pensare che sia troppo- spegnete e coprite con un coperchio.

-Se avete utilizzato l'anice stellato, toglietelo dalla preparazione.-

5. Se avete deciso di fare tutto per bene potete cuocere un uovo in padella all'occhio di bue.
Personalmente sono totalmente soddisfatta anche senza, ma la ricetta originale lo richiede, quindi come preferite.

6.Sollevate il coperchio e mescolate per incorporare il basilico -ormai appassito- alla carne e servite in una ciotolina con l'uovo e uno o due spicchietti di lime, da spremere all'occorrenza.

E questo è quanto.
Se volete un'indicazione per organizzarvi con i tempi e orchestrare al meglio il vostro pranzetto, vi consiglio di partire dalla preparazione del riso e mentre cuoce fare il kimchi di cetriolo, che potrete far riposare in frigo fino al momento di servire -o ancora meglio dal giorno prima!-.  
Quando il riso è cotto e deve riposare -dai 10 ai 15 minuti- potete iniziare a preparae questo piatto.
Una volta pronto, non vi resterà che servire il riso e distribuire il kimchi nelle ciotoline.

Il resto, non ve lo devo certo spiegare io...

Il boccone perfetto...

E per ora concludiamo qui il nostro breve excursus sulle cucine orientali a me più care.
Ora che avete una piccola infarinatura -e soprattutto vi ho spiegato come scegliere e preparare il riso- siete pronti per i prossimi piatti che vi proporrò e che sono ormai un must per me.

Non vedo l'ora di farvi scoprire le cose che amo di più di questo modo di cucinare...ma soprattutto di mangiare.


venerdì 12 giugno 2015

The unglamorous soup - Zuppetta "orientale" salva-vita


When life gives you lemon, make a lemonade.
O nel mio caso, quando la vita ti butta lì una congestione, fatti un brodino.

Non entro nei dettagli della mia disavventura, ma se anche a voi è capitato, sapete bene che non è tra le cose più divertenti che possano capitare.

Il giorno stesso sono stata praticamente a digiuno, se si escludono due tazze di te e un paio di gallette, ma il giorno dopo nonostante i crampi, la fame era quasi tangibile, tipo il pupazzo della pubblicità.

Quindi, come sempre (o quasi) quando non mi sento bene ma ho necessità di introdurre un po' di sostanza, mi preparo questa zuppa, veramente basic e decisamente poco affascinante, ma definitivamante un salva vita.
Non importa quale sia la stagione.

Se state poco bene, di pancia, di testa o di cuore, questa zuppettina vi rimetterà al mondo.


Da un annetto (ma ci provo fin da ragazzetta) ho adottato a pieno regime ingredienti e preparazioni ispirati alla cucina giapponese e co, tanto che ormai non mi sembra più così strano o esotico usare del tofu o il miso in una ricetta veloce e semplice come questa.

Quando non sto bene poi, dare una sfumatura orientale ai piatti, mi sembra enfatizzi la sensazione zen, di pulizia che tanto necessito in quei momenti.

Ma non dovete per forza stare male per trarne giovamento!
Con qualche aggiunta può diventare un pasto sfizioso seppur leggero per qualsiasi occasione.

Per una piccola porzione:

  • una tazza da te di brodo
  • 60-80 gr di carne di pollo lesso (usato per fare il brodo o cotto in esso)
  • una carota lessa (usata per fare il brodo o cotta in esso)
  • una bacca di anice stellato (facoltativo)
  • 2 cm circa di radice di zenzero (facoltativo)
  • un cucchiaino abbondante di pasta di Miso Bianco
  • 20 gr circa di Silken Tofu (o altro tofu a proprio gusto) 
  • una manciata abbondante di sesamo tostato 
*(potete usare altra carne, altre verdure e un miso dal sapore più deciso)



Sfilacciate il pollo, tagliate la carota cotta a rondelle e mettete a scaldare il brodo con lo zenzero schiacciato e l'anice stellato (se usati).

Nella ciotola da servizio, mettete il miso e stemperatelo con un po' di brodo tiepido: non scaldate mai troppo il miso, ne perdereste in sapore e in proprietà nutrizionali.

Se utilzzate il miso bianco, uno dei più dolci e delicati, potreste aver bisogno di corregere di sale (basterà un goccio di salsa di soia) se il vostro brodo di partenza non fosse abbastanza saporito.

Tagliate il tofu a dadini e posizionatelo nella citola con il miso insieme al pollo e alle carote.


Quando il brodo inizia a sobbollire e voi siete pronti per sedervi a tavola (o avvolgervi in una copertina sul divano) versate uno o due mestoli di brodo nella ciotola e sugli altri ingredienti.

Abbiate cura di filtrarlo attraverso un colino per evitare che lo zenzero e l'anice (se li avete usati) finiscano nella ciotola

Spolverate con il sesamo tostato, schiacciandolo tra le dita in modo da sprigionarne l'aroma.
Gustetela immediatamente, calda e benefica.


Se state combattendo dei sintomi gastrointestinali, questa zuppa così com'è è perfetta: leggera, delicata, super digeribile.

Ma se quella che state combattendo, invece, è un'infreddatura, l'ideale sarebbe caricacarla di zenzero (doppia dose minimo), grattuggiandone una parte direttamente nel brodo e aggiungendo insieme alla spolverata si sesamo finale, una bella manciata di cipollotto fresco tritato, ma solo la parte verde.
Vi sturerà naso e gola! ;D

Se vi piace e avete appetito, accompagnate la zuppa con una ciotola di riso al vapore (io adoro la versione semi-integrale).

E sull'argomento riso nella cucina giapponese ci sarebbero da spendere diverse parole, ma per il momento mi fermo qui...

Un'alternativa valida possono essere dei noodles di riso, soya o altro genere (potete usare anche dei capelli d'angelo se non avete esotismi in dispensa) aggiungendoli direttamente alla zuppa facendola diventare un piatto unico, "a one-bowl meal".



Se poi volete proprio il top del top del comfort, e quando sono malatina cerco di assecondare le richieste del mio corpo il più possibile, accompagnate il tutto con del te.

In questo caso ho scelto un te bancha, piuttosto corposo seppur discreto (occhio ai tempi di infusione).

Non storcete il naso all'idea di bere te a pasto: è un cosa estremamente corroborante, digestiva e piacevole e, se si volesse, si potrebbero trovare abbinamenti te/cibo che non sfigurerebbero in confronto a molti vini rinomati.

 
Non fraintendetemi, un buon bicchiere di vino con un piatto ben cucinato rasenta la mia idea di Valhalla, ma oserei dire che sorbire del te, quello giusto, con il piatto adatto potrebbe rivelarsi altrettanto paradisiaco.

Ma, ad ogni modo, con te o senza te, con riso o senza, questa zuppa è da provare.
Con o senza congestione.
(Ma meglio senza...)

lunedì 18 agosto 2014

Alette di pollo piccanti

Questo post era in programma per ferragosto.
Mea culpa.
Sorry bros. And sisters.
La pigrizia pre-ferie ha avuto il sopravvento.

Anche su questa ricetta, che praticamente si fa da sola.
E se piove (o non vi va di trafficare con il BBQ) buttate tutto in forno, e il gioco è fatto. 

I got your back.
You're welcome.


Stufi dei miei inglesismi? Dai, sopportatemi.
Saranno i mille blog, libri e video "in inglish" che guardo, leggo, consulto e spulcio, dai quali traggo ispirazione per poi creare per voi (ma sopratutto pur moi) ricettine sfiziose come queste.

So, don't judge me: just love me. ;D

Come potete non amarmi: vi ho persino fotografato gli ingredienti, con tanto di scrittine carine.
Che quasi quasi potete guardarvi le foto per fare la spesa.

Se non vi piace il coriandolo mi dispiace per voi.
Ma son talmente buona che volendo potreste sostituirlo con del prezzemolo.
Non è la stessa cosa...ma vabbeh.
Non lo diciamo a nessuno.



In sostanza, per questa ricettina (che sfama tranquillamente 4 persone ben predisposte) vi serviranno:
  • 1,5kg di alette di pollo già pulite (Se preferite sono perfette anche delle costine di maiale)
  • mezzo peperone rosso
  • peperoncini freschi (a vostro sadico piacere)
  • 3-4 spicchi d'aglio
  • mezza cipolla rossa
  • 2-3 cm di radice di zenzero fresca (o un cucchiaino abbondante di secco)
  • un mazzetto di coriandolo, gambi compresi
  • 4 cucchiai (60ml) di salsa di soya
  • 3 cucchiai (45gr circa) di zucchero di canna grezzo, tipo Muscovado
  • il succo di 1-2 lime (in base e alla succosità)
(*se l'avete e vi va, aggiungete un cucchiaino di 5 spezie cinesi ma, davvero, funziona anche senza)


Piccola nota: io uso (oltre che i peperoni e le cipolle) i peperoncini dell'orto del mio Daddy, che sono alquanto hot: una bella metà basta e avanza per i palati di casa mia.
Quindi decidete voi quando aggiugerne alla vostra preparazione, ma ricordatevi di testare prima la piccantezza dei vostri peperoncini, per non rischiare di mandare a fuoco le papille dei vostri commensali...o di non stuzzicarle affatto!

Decisa la giusta dose di fuego, frullate tutti gli ingredienti della marinatura nel mixer, fino ad ottenere un composto rosso scuro.
Dovrete riconoscerete i pezzetti verdi del coriandolo e i confettini rossi del peperone.

Nel frattempo, con una forchetta, pungete le alette ben in profondità (basterà una forchettata per ogni aletta) e trasferitele in un sacchetto di plastica per alimenti piuttosto capiente.

Versate la marinatura sopra le alette, chiudete bene il sacchetto, massaggiate il tutto qualche minuto e lasciate riposare in frigo dalle 2 ore fino ad una notte intera.

Più le lasciate marinare più gli aromi penetreranno nella carne.


Quando siete pronti, o meglio, quando sono pronte le alette, preriscaldate il forno a 220°-230°.

Disponete le alette in modo uniforme (non devono assolutamente sovrapporsi e dev'esserci un pochino di spazio tra l'una e l'altra, altrimenti invece che arrostire per bene si braseranno) su una teglia ben foderata di carta forno o ancora meglio una di quelle usa e getta: questa marinatura è divina, ma non da scrostare dalle teglie.

Cuocete per 40 di minuti circa, o finchè non saranno belle dorate e caramellate.
Servite con fiumi di birra ghiacciata e pannocchie grigliate al burro salato.

Non mettete le posate, non servono. Investite su dei tovaglioli di carta resistenti e impilateli in mezzo al tavolo accanto a queste ragazzacce piccanti.

#STICKYFINGERSHEAVEN

(Scusatemi, è più forte di me...)


Avanzi? No problem! Date un'occhiata qui, e non sognatevi di buttare via qualcosa!

venerdì 7 marzo 2014

Piadine mexican style


Con questo post voglio inaugurare una nuova sezione del blog sul riciclo creativo in cucina.
Si, perchè ravanare nel frigo e tirar fuori pochi ingredienti, tristi e rassegnati a fare una brutta fine, riuscendo invece a creare qualcosa di speciale mi riempie di una strana sottile soddisfazione.

E sono sicura che salvare dall'oblio qualche avanzo potrebbe fare comodo anche a voi.



Però devo avvertirvi: sono ricette egoiste, perchè solitamente le quantità degli avanzi sono scarse, bastano al massimo per una, fortunata, persona. Quindi se siete degli inguaribili altruisti non preparate questi piatti: rischiereste di sentirvi tremendamente in colpa dopo averli divorati.
Questa ricetta è una delle mie preferite del genere, tanto che spesso mi ritrovo a cucinare del pollo in più per potermela preparare il giorno successivo:
  •  30-40gr (o quello che avete!) di pollo arrosto spellato e disossato
  •  1 cucchiaio di guacamole (o 1/4 di avocado)
  • mezzo cipollotto rosso
  • 1 piadina 
  • qualche foglia di insalata
  • 1 cucchiaino mix spezie messicane
  • poco miele
  • due fettine di provolone piccante
  • peperoncino fresco (o tabasco)
  • coriandolo
Mettete l'avanzo di pollo ridotto a striscioline in una padella antiaderente senza condimento (io tendo a usare quasi sempre le cosce, al massimo le ali, che non hanno bisogno di ulteriore condimento, ma nel caso usaste il petto azzarderei giusto un filo d'olio) e lasciate che prenda temperatura rilasciando il suo grassino naturale. 
Quando inizia a sfrigolare, distribuiteci un cucchiaino di spezie messicane (altro post a breve...) e continuate a saltare la carne: dovreste ritrovarvi con dei pezzetti di pollo dorati e croccantini, ma non unti. 
A questo punto versate a filo un cucchiaino di miele, e fate caramellare brevemente. Mettete da parte. Scaldate la piada come più vi aggrada, io di solito pulisco la padella usata per il pollo con della carta casa e uso quella.
Se siete sperimentatori come me, provate le piadine di farro, di Kamut o, perfette per questa ricetta, quelle al mais. Ora si trovano facilmente, sono più gustose e danno la dolce illusione di mangiare qualcosa di più sano.
Nel frattempo tagliate a bastoncini il provolone, affettate finemente il cipollotto e tritate peperoncino e coriandolo.


Ora è solo questione di assemblare il tutto: spalmate il guacamole sulla piadina, distribuite l'insalata,il  pollo, il provolone e tutto il resto.

Arrotolate il tutto...e godete. O se no mettetelo in un bel contenitore e portatelo a lavoro.
Ecco...in questo caso magari evitate il cipollotto.
Non vorrei causarvi problemi coi colleghi.


Ed ecco fatto.
Avanzi di pollo: salvati.
Altre idee recupero con il pollo? Date un'occhiata qui.