lunedì 15 giugno 2020

Plumcake alla barbabietola // Se non è rosa fiorirà lo stesso

Vi mancavano i miei titoli da scoppiata, dite la verità...

Ho deciso di proporvi questa ricetta un po' perché le foto dei primi tentativi hanno un avuto discreto successo su Instagram, sicuramente per il colore vivo dell'impasto, e un po' perché vorrei introdurvi dolcemente ad alcuni temi che mi stanno particolarmente a cuore e ho pensato che questo potesse essere un ottimo inizio.

Il titolo fa parte della strategia. Seguitemi...

Oltre ad avere una verdura (che io amo particolarmente) nell'impasto, questo plumcake è senza glutine e senza zucchero.
Vi vedo che alzate gli occhi al cielo: “Mo' pure questa con 'sto glutine e sto benedetto zucchero! E senza questo e senza quello...e pure senza de me, grazie!”
E via, verso un altro blog senza senza!

Ma aspettate, se potete. 
Se fin'ora le mie ricette vi sono sembrate sfiziose e magari ne avete provata qualcuna che vi è venuta discretamente...restate ancora un po'.


I miei senza sono motivati dal mio annoso problema di pelle che nell'ultimo anno sono riuscita a tenere (più o meno) sotto controllo evitando alcuni alimenti che ho scoperto essere per me infiammatori.
A breve consulterò un altro professionista che dovrebbe aiutarmi in questa battaglia e la mia speranza è di poter finalmente guarire alla radice, per poi poter tornare a reintrodurre la maggior parte delle cose che ho tolto...pane fatto in casa aspettami!!!!!!

Detto ciò, come ho sempre pensato, se il viaggio va fatto, meglio renderlo piacevole.
Ed è questo che si propongono le ricette che vi regalerò prossimamente: restare a dieta senza punirsi, guarire senza rinunciare ad una coccola...senza tristezza.

Vi ho convinto?
Forse ancora no...

Allora vi dico che questo dolcetto sa di pasta di mandorle all'arancia, è morbidissimo, umido al punto giusto e la glassa che lo ricopre tiene testa alle ganache al cioccolato bianco più burrose mai assaggiate.

Meglio?


Vi spiego la ricetta e non ne parliamo più:

Per un plum cake da 8x15cm o 6-8 muffins
  • 100gr di barbabietola cruda pulita e tagliata a dadini
  • 1 cucchiaino di agar agar (in polvere, 2 se in fiocchi)
  • 1 cucchiaio di gelatina (colla di pesce) in polvere (facoltativa)
  • 2 uova intere
  • 50gr di farina di mandorle
  • 30gr di farina di cocco (non il cocco rapè ma farina di cocco)
  • 10gr di amido di tapioca (o di mais o fecola di patate)
  • 1 cucchiaino abbondante di lievito per dolci
  • 3 cucchiaini di Truvia (o dello zucchero o il dolcificante che preferite)
  • 30gr di yogurt di cocco
  • 40 gr di olio di cocco sciolto
  • 2 cucchiai di latte vegetale
  • il succo di ½ limone
  • la scorza di un'arancia
  • qualche goccia di aroma di mandorla


Prima di passare al procedimento davvero molto semplice, vorrei spiegarvi una paio di cose sugli ingredienti usati.

Truvia (eritritolo con Stevia): non è necessario alla riuscita della ricetta, quindi se per voi il senza zucchero non è fondamentale, sentitevi liberi di usare quello che preferite (normale, di canna, di cocco) o il dolcificante (miele, sciroppo d'acero, sciroppo d'agave) che usate abitualmente e di aumentarne la dose (fino a 4-5 cucchiaini), occhio però se scegliete di utilizzare un dolcificante liquido come lo sciroppo d'agave o il miele: potreste dover omettere o ridurre la quantità di latte che viene data in ricetta.

Latte vegetale e yogurt di cocco: io li utilizzo perché ormai da tempo non consumo più latticini, ma se voi li utilizzate, via libera a latte e yogurt tradizionali.

Gelatina in polvere: è un'aggiunta che ho iniziato a fare di recente. Non è strettamente necessaria, dato che il lavoro più importante sulla consistenza lo fa l'agar agar (che agisce come la gomma di xantano o guar negli impasti senza glutine, ma con meno controindicazioni), ma trovo che la consistenza finale ne giovi. Io la aggiungo più che altro perché ho scoperto che aiuta a riparare le pareti intestinali e dello stomaco, oltre che a fornire un apporto in più di proteine, cosa piuttosto utile se state tenendo sotto controllo il vostro consumo di carboidrati e la glicemia.


Barbabietola: non vi spaventate! Se vi preoccupa il sapore, vi giuro che non si sente minimamente. Confesso che qui l'ho usata principalmente per dare colore all'impasto (che non è proprio rosa shocking come avrei voluto, ma trovo abbia un bellissimo colore comunque) anche se in realtà regala umidità, consistenza e anche una certa dolcezza al prodotto finale. 
Inoltre pensateci un po': state mangiando della verdura, con tutte le sue proprietà (se non ricordo male protegge il fegato e aiuta la produzione di bile), mentre credete di mangiare un dolce.
Cosa volete di più!?

Succo di limone: l'ho aggiunto per aiutare la barbabietola a mantenere il suo colore. E' un processo chimico con il quale non vi annoierò -sospiro di sollievo-, ma se siete audaci e volete sperimentare, potreste eliminare del tutto l'aggiunta del latte e aumentare la dose di succo di limone arrivando ad un limone intero e magari aggiungendo anche un cucchiaino di aceto di mele, come nella red velvet. L'acidità aiuta a mantenere il pigmento rosso della barbabietola più vivo, evitando che in cottura si ossidi troppo. 

Fatemi sapere se sperimentate!



Ma veniamo finalmente al procedimento: 

Nel bicchiere del frullatore ad immersione, mettete la barbabietola a tocchetti piccoli, le uova, lo yogurt, la scorza d'arancia, il succo di limone e il dolcificante.

Frullate per bene, fino ad ottenere un composto omogeneo. 

In una ciotola capiente mettete le farine, l'amido, il lievito, l'agar agar, la gelatina se usata.

Mescolate e unite l'olio di cocco in modo da farlo assorbire bene alle polveri.

Sempre mescolando, unite il composto di uova e barbabietola e l'aroma di mandorle.

Amalgamate bene fino ad ottenere un composto uniforme. 
Aggiungete i due cucchiai di latte se necessario.

Trasferite il composto nello stampo precedentemente unto e foderato con carta forno e cuocete a 180° per circa 25-30 minuti (anche meno se optate per dei muffin) o finché uno stecchino inserito al centro non uscirà pulito.

Fate raffreddare una decina di minuti prima di sformare, ma non lasciatelo raffreddare nello stampo troppo a lungo: essendo un impasto molto umido tende a creare condensa.
Lasciate raffreddare completamente prima di glassare.



Per la glassa al cioccolato bianco vegan:
  • 4 cucchiai (circa 60gr) di burro di cocco
  • 4 cucchiai (  “  ) di burro di anacardi
  • 2 cucchiai (circa 30gr) di olio di cocco sciolto
  • 2 cucchiai (  “  ) di burro di cacao sciolto
  • 1 cucchiaino scarso di Truvia in polvere (o il dolcificante che preferite: vedi sopra)
  • ¼ di cucchiaino di essenza di vaniglia (o vaniglia in polvere o una grattata di fava di Tonka
Per la decorazione (facoltativa):
  • una manciata di noci rosse
  • 2-3 boccioli di rosa secchi
  • un cucchiaino di polline
A parte il dolcificante, per il momento, non vi posso dare consigli per sostituire nessuno degli ingredienti, perché credo che contribuiscano tutti al sapore finale che è davvero sorprendente. 
...ma vi saprò dire più avanti.

In ogni caso il procedimento è davvero molto semplice, vi basterà unire tutti gli ingredienti e mescolare bene, magari con una piccola frusta, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Trasferite la ciotola in frigo, ma non vi allontanate. 

Ogni 5-10 minuti controllate la consistenza e dategli una mescolata (tenderà a solidificarsi dai bordi). Dovrete farlo due o tre volte per raggiungere la consistenza spalmabile che ci serve.



(Se non vi interessa utilizzarla come glassa, trasferite il composto direttamente in un contenitore rettangolare e fatelo solidificare in frigo per poterlo poi tagliare a cubetti. Esattamente come nella ricetta del fudge vegano che vi ho dato tempo fa e che può diventare anch'esso un'ottima glassa, se questa non è nelle vostre corde ) 

A questo punto riprendete il vostro plumcake, o i vostri muffins, e glassateli con la crema ottenuta.
Decorate con le noci tritate, i petali di rosa secchi e il polline, o con quello che preferite (posso suggerire dei cranberries secchi?). 
Trasferite in frigo fino a che la glassa non finisce di solidificarsi.
(Se vi avanza della glassa come è successo a me, potete seguire lo stesso consiglio dato qui sopra).

Vi suggerisco di conservare questo dolce in frigorifero in un contenitore ermetico, non solo perché la glassa fuori dal frigo tende a sciogliersi in breve tempo ma anche la base, essendo molto umida, se non conservata al fresco si rovina in fretta, soprattutto con il caldo. 

Prima di tagliarlo però, fategli riprendere temperatura altrimenti se la glassa è troppo fredda tenderà a staccarsi dal dolce. 

E questo e quanto!
Come sempre spero di non esser stata troppo verbosa e prolissa e che la ricetta vi ispiri a cimentarvi. 

Spero anche di aver dato un'ispirazione a chi come me non può o non vuole mangiare certe cose. 
Io sono sempre qui, anche per dubbi e consigli, o per saper cosa ne pensate di questi miei nuovi senza.



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