sabato 16 maggio 2020

Yogurt di cocco (d'emergenza) // A volte ritorno

Oh, ehi.
Come state?
...questo post è difficilissimo da scrivere.

C'è ancora qualcuno che ha voglia di ascoltare?

Con tutto quello che ci ha travolto negli ultimi mesi è un po' un nuovo inizio, per tutti.
Anche per me e per questo blog, nel nostro piccolo.

Non ho molto da dire in merito a quello che è successo e a quanto stiamo ancora vivendo perché non penso che poche parole retoriche siano rispettose o necessarie. 

Quello che vorrei dire è che spero con tutto il cuore che stiate bene e che il nostro paese possa presto guardare avanti con un po' di speranza e fiducia nel futuro.

Ho deciso di rimettere mano al blog perché durante questo isolamento forzato, come hanno fatto in molti, ho finalmente ricominciato a sperimentare in cucina, nonostante il mio modo di mangiare sia cambiato (o forse proprio per questo) e siano cambiate anche tante (aiutatemi a dire TANTE) altre cose.

Mi ci è voluto un po', ma adesso sono qui.


Ho diverse idee che avrei voglia di proporvi, così come sono tante le informazioni che ho raccolto strada facendo e che mi piacerebbe condividere con voi, ma per ricominciare e rompere il ghiaccio ho pensato che questa ricetta, semplice, versatile e che mi ha in un certo senso salvata, fosse la più indicata.

Inoltre mi ha dato enormi soddisfazioni e quindi sono molto felice di potervela regalare.

Se qualcuno che mi legge qui mi segue anche su Instagram, probabilmente sa già di cosa sto parlando (ma non ve ne andate perché questa è la versione 2.0): yogurt di cocco.
Ebbene sì, si può fare lo yogurt con il cocco. O meglio, con il latte di cocco.

La mia versione utilizza latte di cocco in brick (sì, quello per cucinare), cosa sconsigliatissima ovunque se guardate su internet, ma che a me personalmente ha dato risultati strepitosi.

E' stata una di quelle cose che ti vengono in mente in situazioni “disperate” e decidi di fare comunque un tentativo. Non potendo reperire lo yogurt di cocco che consumo abitualmente, ho deciso di provare a farlo con ciò che avevo in casa: latte di cocco in brick, appunto.
...sì, quello con la confezione rossa che trovate al super nel reparto etnico.

Nella prima versione utilizzavo anche della panna di cocco (sempre in brick, stessa marca), ma non sempre la si trova facilmente, quindi l'ultima versione messa a punto, che ormai preparo ogni 15 giorni e che vado a proporvi, prevede solo latte.


Ma andiamo al sodo.

Per due bei vasetti:
  • 600ml di latte di cocco in brick Suzi Wan (o se la trovate 200ml di panna di cocco + 400ml di latte di cocco)
  • circa 15gr/1 cucchiaio di amido di tapioca (o frumina o maizena o fecola di patate)
  • 1 bustina di Yovis (o altri fermenti lattici che non contengano prebiotici o altri filler e principi attivi)
Vi occorreranno:
  • 1 pentolino
  • 1 frusta
  • 2 vasetti da 250ml circa
  • 2 pezzuole di garza o cotone puliti
  • 2 elastici
  • (facoltativo: 1 colino, della mussolina, una ciotola alta)

Il procedimento è molto semplice:

Versate 1 brick (200ml) di latte di cocco nel pentolino con l'amido che avete scelto.
Fatelo dissolvere mescolando e accendete il fuoco. Portate a bollore continuando a mescolare, finché non si creerà un composto colloso simile alla besciamella. 

[Questo passaggio è molto importante: nella prima versione che ho tentato di riprodurre, usavo l'amido “a crudo”, cioè senza farlo prima gelificare, cosa che oltre a renderlo inutile (non addensa un piffero) è potenzialmente dannoso per il nostro sistema digestivo, perché l'amido non cotto (non gelificato) è spesso indigesto.]

A questo punto toglietelo dal fuoco e, continuando a mescolare, unite gradualmente il resto del latte, meno un paio di cucchiai che terrete da parte per sciogliervi i fermenti che avete scelto di utilizzare.

Ora il composto dovrebbe aver raggiunto la temperatura ideale per essere inoculato (wink-wink nudge-nudge) con i fermenti, ma per esserne certi potete testare la temperatura con un termometro, oppure con uno strumento tecnologicamente più avanzato: il ditino.
Come già detto altrove, se è troppo caldo per voi, lo è anche per i fermenti (se fate abitualmente il pane o altri lievitati sapete già cosa intendo).

Se la temperatura vi convince, aggiungete i fermenti sciolti nel latte tenuto da parte e mescolate con la frusta per incorporarli bene. 


Versate nei barattoli di vetro puliti (meglio se sterilizzati o ancora tiepidi di lavastoviglie) e coprite con le pezzuole di garza o cotone che assicurerete ai barattoli con gli elastici.

Se il vostro forno dispone della funzione “lievitazione” accendetelo finché non raggiungere la temperatura (circa 40°) e poi spegnetelo; in alternativa potrete lasciare la lucetta del forno accesa, oppure utilizzarlo tiepido dopo un'altra preparazione. 'Infornate' i barattoli e lasciateli fermentare almeno fino alla mattina seguente (12 ore).

E qui possiamo aprire un dibattito che non si risolverebbe mai, dato che i gusti son gusti, ma vi dico che personalmente gradisco il mio yogurt piuttosto acido e protraggo la fermentazione fino a 2 giorni (48 ore totali) ma se gradite un gusto più dolce, 12-24 ore sono più che sufficienti.
In ogni caso, assaggiate e decidete voi.

Quando il vostro yogurt avrà raggiunto il grado di acidità che preferite, mette il coperchio ai vasetti e trasferite in frigo per qualche ora prima di consumarlo.

E sarebbe anche finita qui.
Ma sapete come sono fatta.
Non del tutto contenta della consistenza, ho provato a colarlo, come si fa per ottenere lo yogurt greco e... oh boy oh boy.

Adesso ragioniamo, mi son detta.
(In realtà mi son detta: “Porca pupazza non mi aspettavo venisse così bene, devo metterlo sul blog!” ma che rimanga tra noi.)



Se volete provare l'ebrezza, e io ve lo consiglio, fate così:

mettete un colino su una ciotola (devono essere fatti l'uno per l'altra e stare comodamente del vostro frigo: fate le prove prima...) e foderatelo di mussolina o garza pulita.
Versateci lo yogurt di cocco ormai freddato e coprite sommariamente con della pellicola (serve solo a non collezionare gli odori del frigo, non è necessario farla aderire).

Lasciatelo colate per una notte...e poi stupitevi del risultato!
O ancora meglio, pulite qualche fragola e preparatevi una sontuosa colazione.

La consistenza che otterrete è veramente libidinosa, cremosa e compatta, tanto da sembrare realmente uno yogurt greco, così come il sapore (il cocco è impercettibile) niente di paragonabile a qualunque altro derivato vegetale.

Se decidete di colarlo, oltre alla parte super cremosa e densa, vi ritroverete con una parte di liquido semi trasparente che sarete tentati di buttare, ma vi chiedo di desistere: potete usarlo nei prodotti da forno, nei frullati, per realizzare delle gelatine probiotiche (ci arriverò)...e tanto altro ancora che cercherò di condividere presto e che spero avrete ancora voglia di leggere.

Quindi se questo nuovo post un po' diverso, ma non troppo, vi è piaciuto, tornate da queste parti ogni tanto.
Io vi aspetto.


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