venerdì 1 giugno 2018

Crostatine morbide alle fragole // Non chiederlo a una margherita




"Se dubbio d'amor
Troppo ti è duolo
Scegli una margherita
Con un petalo solo."
(Stefano Benni)

Che ci crediate o no ho trovato questa adorabile poesiola solo ieri sera.
Il post -titolo compreso- era già nella mia testa, pronto per essere messo nero su bianco, quando ho letto queste quattro e righe mi sono sembrate troppo dolci e incredibilmente calzanti per non inserirle.

Tutto è nato dalle foto, nelle quali mi sono accorta troppo tardi di aver utilizzato un fiorellino di fragola -non proprio una margherita quindi- che nel trambusto che sono i miei 'set' improvvisati, doveva aver perso un petalo.

Guardando le foto a schermo, il mio lato OCD ha avuto non pochi problemi, ma grazie al cielo è venuta in mio soccorso la filosofia che ho deciso di adottare da qualche tempo: la perfezione dell'imperfezione.
E sono riuscita a guardare questo fiorellino senza un petalo con amore invece che con l'urgenza di buttarlo via per sostituirlo con uno 'perfetto'.



Cosa che sto cercando di applicare anche alla mia quotidianità, nel rapporti con gli altri e soprattutto con me stessa.

Niente e nessuno è perfetto. Siamo tutti un po' sbilenchi, dentro e fuori, ma non per questo meno degni di amore.
Anzi, l'amore e la comprensione sono un balsamo per quelle piccole e grandi ferite che ci portiamo appresso.

Ma insomma, come al solito straparlo, e non è certo per questo che siete ruzzolati nel mio piccolo angolo di web.

In realtà, chi mi segue da un po', probabilmente conosce già questa ricetta perché l'avevo pubblicata qualche anno fa, ma ci tenevo a riproporvela dato che la uso spessissimo e volevo mostravi quanto può essere versatile a seconda dello stampo in cui decidete di cuocerla e a come la servite.


Da qualche tempo (o la moda è già passata?) ho visto questi stampi -detti 'furbi'- usati per realizzare delle 'crostate' morbide che vengono poi farcite con creme e frutta nella parte cava.
Devo ammettere che mi sono sentita una sciocchina, dato che avevo qualcuno di questi stampini un po' vecchiotti, e li avevo sempre utilizzati per fare -malamente- delle crostatine di frolla normali.

Non si finisce mai di imparare!
Ma ecco qui la ricetta:

Per 6 crostatine:
  • 150gr di farina di mandorle
  • 3 uova
  • 2 cucchiai di miele di acacia (o sciroppo d'agave)
  • 50gr di olio di cocco (o di semi)
  • un cucchiaino di lievito per dolci (se volete che la ricetta resti gluten free controllate che il vostro lievito non ne contenga!)
  • un pizzico di sale
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia  (o i semi di mezza bacca)
  • la scorza grattugiata di un limone (o 1/2 arancia)



In una ciotola mettete la farina di mandorle con il sale e setacciatevi sopra il lievito.
Sciogliete l'olio di cocco, se necessario, e unitelo alla farina di mandorle.
Unite i restanti ingredienti nella ciotola e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo.

Ungete gli stampini con pochissimo olio di cocco, trasferiteli in frigo per qualche minuto lasciando che si rapprenda, poi versatevi l'impasto.
Per pignoleria ho utilizzato un sac à poche, ma un paio di cucchiai andranno benissimo.
Cuocete in forno a 180° per 15-18 minuti, o finché sono belle dorate.

Se non avete questi stampini, non vi demoralizzate, potete utilizzare tranquillamente anche una teglia da muffin o, se lo avete, uno stampo per ciambelline e replicare papale papale il mio vecchio post.

Potete utilizzare quello che preferite per farcirle e servirle, ma io ultimamente ho una preferenza per lo yogurt di cocco (che si trova al super -vi consiglio quello della Moon Harvest, che purtroppo non è italiana, ma devo dirlo, quello della Yomo uscito da poco è immangiabile!- ma sul quale sto lavorando per farlo in casa) e la mia composta di fragole alla chia, che vedete nelle foto.

Ma nessuno vi impedisce di colarvi dentro del vegan fudge, restando così fedeli alla ricetta originale, e dichiararvi più che soddisfatti. 

Un'idea in più: realizzate una cavità nei vostri muffin -con lo strumento apposito o un leva-torsolo- e riempitela con la composta. Glassate con dello yogurt e decorate con frutta fresca.

Come chiudere questo post dato che ormai ho perso un po' il filo?
Forse ribadendo che non siamo perfetti -e la mia scrittura claudicante ne è un esempio eclatante-, ma che sono le nostre imperfezioni, sulle quali magari perdiamo il sonno e versiamo molte lacrime a renderci noi stessi.

Una retorica forse scontata e stucchevole, alla quale però credo fermamente, forse proprio perché le mie insicurezze e fragilità sono state spesso fonte di incomprensioni, mi sono fatta male e probabilmente, pur senza volerlo, ne ho fatto a mia volta.

Così ho capito che prima di tutto dobbiamo prenderci cura di noi stessi, guardandoci con la stessa compassione con cui sono riuscita a guardare quel fiorellino menomato.

La vita ci strapazza e, statene pur certi, vivi non se ne esce.

Quindi non perdete tempo a tormentare innocenti margheritine, tanto chi ci vuole bene ci porta le rose.


3 commenti:

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