venerdì 13 febbraio 2015

Fiori di Ibisco sciroppati - e cuori sciroccati


Questo post, che nella mia testa doveva essere romantico e super puccioso, è finito per diventare tutt'altra cosa.

Devo arrendermi alla triste verità: più che una food-blogger sono una che adora cucinare che, solo accidentalmente, sente il bisogno di condividere con l'universo le sue sperimentazioni ai fornelli.
Ecco perchè poi mi capitano 'ste cose...

Nonostante le premesse, non voglio parlare (solo) di autocritica, ma di uno di quegli esperimenti ispirati da esplorazioni gastronomiche sul web. E fuori dal web.


Qualche tempo fa sono stata con delle amiche in uno di quei fantastici, quanto caotici, negozietti cino-jappo-koreani che pullulano in alcune zone di Milano. Oltre ad una piccola vaporiera, una confezione di gochujang e altre cosettine interessanti, ho scovato anche un sacchetto di fiori di ibisco secchi...praticamente interi!

(Per chi non lo sapesse, con i fiori di ibisco secchi si realizza un infuso chiamato Karkadè.)

Il mio entusiamo si deve al fatto che, anni fa, navigando a zonzo mi ero imbattuta in un prodotto particolare: fiori di Ibisco selvatico sciroppati.

La mia fantasia di donna, nonchè di maniaca della cucina, ha iniziato a galoppare: fiori edibili, esotici, in uno sciroppo rosso e aspro...un sogno da mille e una notte.



Ma invece che pensare di acquistarlo direttamente (come un qualunque essere umano), ho sempre desiderato di poter ricreare questa preparazione nella mia cucina.

E finalmente quel giorno è arrivato!
Il sapore è effettivamente come mi aspettavo...o forse, suggestionata dalle mie stesse aspettative, ho giocato con le spezie in modo che avesse il sapore che desideravo.

Se l'idea vi piace, ma non riuscite a reperire i fiori secchi interi, potete usare un preparato per Karkadè sfuso: lo so, l'effetto scenico non sarà altrettanto romantico, ma il sapore sarà lo stesso.


Per 2-3 vasetti:
  • 2 abbondanti manciate di fiori di Ibisco secchi (o di preparato per Karkadè sfuso)
  • 400gr di zucchero bianco
  • 450-500ml di acqua
  • mezza stecca di cannella
  • mezza bacca di vaniglia
Una volta aperta la confezione, mi sono accorta che sul fondo c'era un pochino di sabbia, così per scrupolo ho deciso di dare ai miei fiori una bella lavata, sciacquandoli un paio di volte in abbondate acqua fredda.
In questo modo hanno iniziato a reidratarsi, che non è un male, ma se acquistate il preparato per tisana, quest'operazione non è necessaria.

Fate bollire l'acqua e mettete il Karkadè in un contenitore resistente al calore.
Versate l'acqua bollente sui fiori, coprite e lasciate in infusione per almeno 15-20 minuti.
Trascorso questo tempo, filtrate per recuperare i fiori e rimettete il liquido ottenuto (di un colore pazzesco!) nella pentola.
Aggiungete lo zucchero e gli aromi e portate a bollore finchè lo zucchero non è completamente sciolto e le spezie non inizieranno a sprigionare il loro profumo.

Abbassate il fuoco e aggiungete i fiori alla pentola. 
Fate sobbollire una decina di minuti (non di più, o i fiori potrebbero iniziare a spappolarsi) per far penetrare gli aromi, spegnete e trasferite nei vasetti, come sempre puliti, meglio ancora se sterilizzati.
Chiudete bene mentre sono ancora caldi e lasciate raffreddare.


La cosa più chic e sanvalentinesca di tutte sarebbe portare uno di questi vasetti al vostro appuntamento galante, con un bottiglia di bollicine.

Un fiore con poco sciroppo sul fondo di ogni bicchiere, oltre che donare un tocco romantico, vi regalerà un delizioso sapore dolce-agro, quasi come la crème de cassis nello champagne.

Tra l'altro, il karkadè, oltre ad un milione di altre qualità, è ricco di antociani (responsabili del colore) che ne fanno un potente angioprotettivo.

E dio sa che in questo periodo se ne potrebbe avere un gran bisogno.

Romantico, no? 


1 commento:

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